Il motore FIRE compie 25 anni
Inviato: 11.04.2010, 12:01
Ebbene sì, è già passato un quarto di secolo dal debutto del F.I.R.E, figlio della gloriosa serie 100 iniziata nel 1955 sulla 600 e proseguita poi su 850 e derivate, 127, A112, Uno, Panda, Cinquecento e Seicento.
Il FIRE (Fully Integrated Robotized Engine) entrò in produzione a Termoli nel 1985 inaugurando un nuovissimo sistema di produzione altamente automatizzata, con la maggior parte delle lavorazioni praticate da macchine di nuova generazione ad altissima precisione. Ad una lavorazione più precisa, si accompagnava l'utilizzo di un numero di componenti di gran lunga minore.
I primi collaudi fornirono esiti per l'epoca eccezionali: il piccolo 999 cmc riusciva ad erogare ben 80 cavalli a circa 6000 giri/min. Si preferì però ridurre la potenza per garantire maggiore durata e silenziosità.
Il risultato fu per la Fiat un vero trionfo: un motore leggero, silenzioso, brillante e, come dimostrerà dopo centinaia di migliaia di chilometri percorsi da milioni di automobilisti, incredibilmente robusto e affidabile. Se paragonato al vecchio 903 risultava poi ancora migliore: la cilindrata era passata da 903 a 999 cmc, la potenza era rimasta invariata (45 CV) ma erogata ad un regime inferiore (5250 giri/min contro i precedenti 6000) a tutto vantaggio della durata, la coppia era aumentata ed era disponibile ad un regime inferiore (già a 2500 giri contro 3500). La sostituzione della vecchia distribuzione ad aste e bilancieri con la cinghia dentata e l'altissima precisione d'assemblaggio riducevano moltissimo la rumorosità e l'usura. Altro punto a suo favore: i consumi. Il 999 cmc montato sulla Y10 Fire nel 1985 se guidato con attenzione riusciva a percorrere con un litro di benzina ben 21 km nel ciclo misto, un record tuttora imbattuto. Nel 1985 debuttò sulla moderna Y10 Autobianchi, e nel 1986 sulla Uno e sulla Nuova Panda (nota anche come Panda Supernova) sempre nella cilindrata 999 da 45 CV. Il successo fu enorme. Per la Panda venne sviluppata anche un'unità di 769 cmc in grado di sviluppare 34 CV e con un consumo di appena 5 litri per 100 km (che scendeva a 4,6 con il cambio a 5 marce, optional sulla 750 L e di serie su 750 CL e Super). Un successo enorme quindi, così grande che lo stabilimento di Termoli non riusciva più a soddisfare la richiesta del pubblico. La Fiat fu quindi costretta a riprendere il vecchio tipo 100.D.000 della 600 D, aumentò leggermente la cilindrata (da 767 a 769 cmc come il Fire ed uguale potenza, 34 CV) e nell'Aprile 1987 commercializzò la Panda 750 Young, rimasta in listino fino alla messa al bando del carburatore, alla fine del 1992.
A Marzo 1989 ecco una nuova versione del Fire: il 1108 cmc ad iniezione elettronica, noto anche come Fire Europa, che avrebbe equipaggiato la Y10 seconda serie fino ad Agosto 1992, la Tipo, la Uno e la Panda. Il Fire 1108 era dotato di iniezione elettronica monoiniettore Bosch Monojetronic, e forniva 56 CV a 5500 giri/min. Fu il primo ad essere fornito a richiesta con marmitta catalitica, alimentato a benzina senza piombo. La versione non catalizzata era dotata di sonda lambda speciale in grado di tollerare il piombo della benzina super.
Dall'Agosto 1992 questa versione sulla Y10 terza serie subì un abbassamento di potenza (50 CV), mentre sugli altri modelli rimase invariato fino al 1993, quando diventò disponibile soltanto in versione catalizzata.
Dal 1993 il 999 cmc diventò disponibile soltanto ad iniezione elettronica, ed il 750, che con il catalizzatore avrebbe perso troppa potenza, scomparve dai listini.
Sempre nel 1993 la gamma Fire si espanse verso l'alto: sulla nuova Punto infatti debuttò il 1242 cmc disponibile in versione monoiniettore (S.P.I., prodotta fino al 1999) o con un iniettore per cilindro (M.P.I., ancora usato su Panda e Punto 1.2).
Nel 1997 fu la volta del "Super Fire", ossia il 1242 MPI a 16 valvole, tuttora in produzione.
Infine, nel 2003 fu commercializzato il 1368 cmc 16v, ampliato nel 2005 con la versione a 8 valvole.
Un motore all'epoca senza dubbio molto innovativo, che ancora oggi dimostra le sue ottime qualità senza timore della concorrenza e del tempo che passa.Il FIRE (Fully Integrated Robotized Engine) entrò in produzione a Termoli nel 1985 inaugurando un nuovissimo sistema di produzione altamente automatizzata, con la maggior parte delle lavorazioni praticate da macchine di nuova generazione ad altissima precisione. Ad una lavorazione più precisa, si accompagnava l'utilizzo di un numero di componenti di gran lunga minore.
I primi collaudi fornirono esiti per l'epoca eccezionali: il piccolo 999 cmc riusciva ad erogare ben 80 cavalli a circa 6000 giri/min. Si preferì però ridurre la potenza per garantire maggiore durata e silenziosità.
Il risultato fu per la Fiat un vero trionfo: un motore leggero, silenzioso, brillante e, come dimostrerà dopo centinaia di migliaia di chilometri percorsi da milioni di automobilisti, incredibilmente robusto e affidabile. Se paragonato al vecchio 903 risultava poi ancora migliore: la cilindrata era passata da 903 a 999 cmc, la potenza era rimasta invariata (45 CV) ma erogata ad un regime inferiore (5250 giri/min contro i precedenti 6000) a tutto vantaggio della durata, la coppia era aumentata ed era disponibile ad un regime inferiore (già a 2500 giri contro 3500). La sostituzione della vecchia distribuzione ad aste e bilancieri con la cinghia dentata e l'altissima precisione d'assemblaggio riducevano moltissimo la rumorosità e l'usura. Altro punto a suo favore: i consumi. Il 999 cmc montato sulla Y10 Fire nel 1985 se guidato con attenzione riusciva a percorrere con un litro di benzina ben 21 km nel ciclo misto, un record tuttora imbattuto. Nel 1985 debuttò sulla moderna Y10 Autobianchi, e nel 1986 sulla Uno e sulla Nuova Panda (nota anche come Panda Supernova) sempre nella cilindrata 999 da 45 CV. Il successo fu enorme. Per la Panda venne sviluppata anche un'unità di 769 cmc in grado di sviluppare 34 CV e con un consumo di appena 5 litri per 100 km (che scendeva a 4,6 con il cambio a 5 marce, optional sulla 750 L e di serie su 750 CL e Super). Un successo enorme quindi, così grande che lo stabilimento di Termoli non riusciva più a soddisfare la richiesta del pubblico. La Fiat fu quindi costretta a riprendere il vecchio tipo 100.D.000 della 600 D, aumentò leggermente la cilindrata (da 767 a 769 cmc come il Fire ed uguale potenza, 34 CV) e nell'Aprile 1987 commercializzò la Panda 750 Young, rimasta in listino fino alla messa al bando del carburatore, alla fine del 1992.
A Marzo 1989 ecco una nuova versione del Fire: il 1108 cmc ad iniezione elettronica, noto anche come Fire Europa, che avrebbe equipaggiato la Y10 seconda serie fino ad Agosto 1992, la Tipo, la Uno e la Panda. Il Fire 1108 era dotato di iniezione elettronica monoiniettore Bosch Monojetronic, e forniva 56 CV a 5500 giri/min. Fu il primo ad essere fornito a richiesta con marmitta catalitica, alimentato a benzina senza piombo. La versione non catalizzata era dotata di sonda lambda speciale in grado di tollerare il piombo della benzina super.
Dall'Agosto 1992 questa versione sulla Y10 terza serie subì un abbassamento di potenza (50 CV), mentre sugli altri modelli rimase invariato fino al 1993, quando diventò disponibile soltanto in versione catalizzata.
Dal 1993 il 999 cmc diventò disponibile soltanto ad iniezione elettronica, ed il 750, che con il catalizzatore avrebbe perso troppa potenza, scomparve dai listini.
Sempre nel 1993 la gamma Fire si espanse verso l'alto: sulla nuova Punto infatti debuttò il 1242 cmc disponibile in versione monoiniettore (S.P.I., prodotta fino al 1999) o con un iniettore per cilindro (M.P.I., ancora usato su Panda e Punto 1.2).
Nel 1997 fu la volta del "Super Fire", ossia il 1242 MPI a 16 valvole, tuttora in produzione.
Infine, nel 2003 fu commercializzato il 1368 cmc 16v, ampliato nel 2005 con la versione a 8 valvole.