------Questa è la V7 sport 750 cc- telaio rosso. La Guzzi verniciava in rosso il suo telaio per distinguerlo dalla consorella che lo aveva nero ed era meno....qualificata. Infatti i 300 esemplari realizzati a Mandello erano montati nel reparto corse con tutti gli accorgimenti del caso . La linea della moto è ineguagliabile. Era velocissima e richiedeva un pilota esperto. Che linea ragazzi !!!!

Come darti torto Adriano....
Bellissima, comodissima, veloce e motore indistruttibile....,

King51 ha scritto:Come darti torto Adriano....
Bellissima, comodissima, veloce e motore indistruttibile....,

Moto bellissima, con la sola limitazione del freno a tamburo.
Io posseggo la sua consorella V7 700 del 1967, la moto va benissimo, è comoda e superaffidabile, ma se ti capita di fare una frenata in emergenza a 140 Km/h sono rogne.

Guido972 ha scritto:

King51 ha scritto:Come darti torto Adriano....
Bellissima, comodissima, veloce e motore indistruttibile....,

Moto bellissima, con la sola limitazione del freno a tamburo.
Io posseggo la sua consorella V7 700 del 1967, la moto va benissimo, è comoda e superaffidabile, ma se ti capita di fare una frenata in emergenza a 140 Km/h sono rogne.

Purtroppo la frenata era un po' la pecca di tutte le prime moto di grossa cilindrata dell'epoca...
vedi Kawasaki in primis, BSA, Norton, Triumph, etc...

Guido972, King51,-----avete ragione entrambi, ma dato che anch'io ne ho utilizzate parecchie di vecchie moto con freni a tamburo, rimediavo parecchio, ed in tanti casi superavo addirittura in progressione di frenata i tanto decantati freni a disco, facendomi ricoprire le ganasce con un impasto di materiale d'attrito, sperimentato da una officina specializzata in riparazioni di impianti freni di Bologna molto famosa in zona , ma della quale non ricordo il nome, che mi faceva un impasto contenente rame e amianto ma molto tenere. Con queste ganasce io non avevo assolutamente paura e facevo anche 4-5 passi dolomitici di seguito nello stesso giorno , senza assolutamente avvertire "fading" o limitazioni di frenata. Certo il loro consumo era più veloce delle normali, ma il risultato era veramente ottimo. E sul mio Falcone Sport avevo addirittura raddoppiato il tamburo anteriore. Io non ho mai creduto nella esclusività dei progettisti di veicoli ed ho sempre personalizzato e migliorato ciò che ritenevo carente.

Ci credo veramente all'impasto "magico" di Adriano.Casoni, soprattutto se seguito da una tornitura corretta fatta sul diametro del tamburo, ma purtroppo queste sono cose del passato oggi proibite per le leggi sull'inquinamento. Ove possibile si ottenevano ottimi risultati anche con la sostituzione della sola fascia rivettata, ad avere la fortuna di trovarla marcata Ferodo, ma sempre fondamentale era la tornitura sul diametro del tamburo.
Avevo un'amico (che ora purtroppo è scomparso) che faceva di questi lavori in un angolo segreto dell'officina... e la frenata delle vecchie macchine diventava magicamente efficace!

doibaf

Sono convinto pure io che il materiale d'attrito è fondamentale.

Adriano.Casoni ha scritto:Guido972, King51,-----avete ragione entrambi, ma dato che anch'io ne ho utilizzate parecchie di vecchie moto con freni a tamburo, rimediavo parecchio, ed in tanti casi superavo addirittura in progressione di frenata i tanto decantati freni a disco, facendomi ricoprire le ganasce con un impasto di materiale d'attrito, sperimentato da una officina specializzata in riparazioni di impianti freni di Bologna molto famosa in zona , ma della quale non ricordo il nome, che mi faceva un impasto contenente rame e amianto ma molto tenere. Con queste ganasce io non avevo assolutamente paura e facevo anche 4-5 passi dolomitici di seguito nello stesso giorno , senza assolutamente avvertire "fading" o limitazioni di frenata. Certo il loro consumo era più veloce delle normali, ma il risultato era veramente ottimo. E sul mio Falcone Sport avevo addirittura raddoppiato il tamburo anteriore. Io non ho mai creduto nella esclusività dei progettisti di veicoli ed ho sempre personalizzato e migliorato ciò che ritenevo carente.

Grande come sempre...

Adriano.Casoni ha scritto:------Questa è la V7 sport 750 cc- telaio rosso. La Guzzi verniciava in rosso il suo telaio per distinguerlo dalla consorella che lo aveva nero ed era meno....qualificata. Infatti i 300 esemplari realizzati a Mandello erano montati nel reparto corse con tutti gli accorgimenti del caso . La linea della moto è ineguagliabile. Era velocissima e richiedeva un pilota esperto. Che linea ragazzi !!!!

Piccola correzione
Gli esemplari con telaio rosso sono 150 e sono stati i primi (una pre-serie) di questo modello, come hai detto tu montati dal reparto corse di casa Guzzi mentre approntavano le line per produrre i successivi modelli che invece avevano il telaio di colore nero.

Lamps
Enoch

All'epoca, 1976, io avevo una laverda 1000 3 cl, cl stà x cerchi in lega, un'amico aveva una v7 sport colore verde telaio nero, mi ricordo che nelle curve veloci era imprendibile, baricentro molto più basso della mia che era nettamente più potente sia in accelerazione che in velocità massima era preparata e aveva 100 cv x 240 kmh, all'epoca io guardavo molto la velocità massima, ma sicuramente adesso sarebbe più divertente una v 7 sport che una laverda 1000 dove la velocità ormai x strada è sufficente quella di un 125 visto il traffico attuale.
Riguardo ai freni a tamburo devo dire che nonostante ormai esistano solo quelli a disco se si guarda la sola potenza frenante quelli che avevo sulla mia prima moto di grossa cilindrata, una laverda 750 sfc 1° serie con i fontana a 4 ganasce ventilati non avevano niente di meno di quelli a doppio disco dell'epoca, certo la resistenza al fading non era all'altezza del doppio disco.....

Forse perché da piccolo mio zio mi portava a fare dei giretti con il suo Le mans1 850 colore carta da zucchero, con tutti i suoi difetti di componentistica rimane per me una delle più belle moto sportive all'italiana maniera, oltre ai Ducati 900 ss coppie coniche

--------Riguardo a: freni a disco o freni a tamburo, io credo che una grossa differenza sia data dal la possibilità di avere il diametro di intervento molto più ampio nei freni a disco piuttosto che nei freni a tamburo limitati dall'attacco dei raggi o dalla ruota stessa; ma influente soprattutto è l'enorme pressione specifica esercitata sul freno a disco, rispetto al tamburo. Ma se ricordate l'Alfa Romeo , credo sia stata l'ultima a cedere alla innovazione del freno a disco, e montava i freni a tamburo su vetture di gran peso e velocità ragguardevoli , e la frenata delle ALfa è sempre stata proverbiale, e ancora oggi se si vuole ottenere una frenata ottimale, le case automobilistiche montano disco anteriori e tamburo posteriori.