Apprezzo la buona dose di "ottimismo" di ZioAdriano nel vedere entrare A.C.I storico nel panorama dell'Auto d'epoca.
E capisco che le aspettative di molti possano essere quelle di un miglioramento della burocrazia,di una maggiore chiarezza nelle procedure per circolare, di maggior tutela della passione delle auto storiche...
Anche io, sommariamente informato, forse farei lo stesso.
Il caso ( o la inconscia volontà di approfondire...) ha voluto fossi personalmente presente alla presentazione ufficiale di A.C.I.Storico a Padova, in occasione dell'ultima edizione del salone "Auto e Moto d'Epoca",il 26 ottobre ultimo scorso.
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Per evitare malintesi dovuti a ricordi fallaci, riporto, dal sito ufficiale dell'A.C.I., le precise parole virgolettate pronunciate in quell'occasione dal Presidente dell'ente pubblico Sticchi Damiani.
“Troppe auto vecchie, prive di valore storico e usate ogni giorno nel traffico – ha dichiarato il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani – oggi vengono spacciate per auto d’epoca e godono di privilegi che devono essere riservati alle vere vetture storiche, che per loro natura sono usate poco e bene dai proprietari.
Solo l’anno scorso sono stati rilasciati migliaia di certificati di interesse storico, da organismi privati a cui lo Stato ha affidato compiti di defiscalizzazione sui veicoli senza fissare alcuna tariffa per l’erogazione del servizio a tutela degli utenti. Questa giungla disorienta e danneggia tutti, a cominciare dalle Compagnie assicurative che stanno abbandonando il settore senza riconoscere più alcuna attenzione ai collezionisti”
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“Il nostro primo passo – ha continuato Sticchi Damiani – è stato quello di recuperare il rapporto con le Compagnie: abbiamo stilato e consegnato all’ANIA una lista di auto davvero di interesse storico, meritevoli di tutela.
Questo elenco rappresenta l’ossatura del Registro ACI Storico nel quale sono inserite comunque tutte le auto con oltre 40 anni di età. Le compagnie hanno così uno strumento chiaro e uniforme per operare con criteri univoci sul mercato.
ACI tutela tutti i collezionisti, salvaguardando e rendendo efficaci i loro diritti indipendentemente dall’onerosa iscrizione a un club, sia questo ACI Storico o altro”.
aggiungo le "simpatiche" considerazioni a margine del proclama:
ACI STORICO è infatti un club che accomuna gli automobilisti più appassionati di questo settore, offrendo loro nuove occasioni di divertimento e una serie di vantaggi (dall’accesso a una Club House a uno stemma elitario da sfoggiare sull’auto, dai servizi di assistenza legale specialistica nell’acquisto e nella vendita dei veicoli al trasporto in Italia e nel mondo a condizioni esclusive).
sito web :
http://www.aci.it/archivio-notizie/noti ... dd2e33a201
Bene...è' proprio sentendo pronunciare dal vero quelle parole, in quella sede, che ho cominciato a realizzare quanto lontano sia il progetto di A.C.I. Storico dalle reali esigenze e necessità dell'appassionato di auto d'epoca.
Essi si vogliono buttare a peso morto ( e con tutto il loro peso...) nel settore lucrativo delle combine assicurative ( la stessa operazione di Fiat500Club Italia con Allianz, rivelatasi un vero bluff),e limitare con Liste Chiuse l'accesso a quei benefici fiscali ai quali -al momento attuale- accedono molti appassionati, e un numero non identificato di "furbi" ( cosiddetti "furbi" = coloro che usano l'auto vecchia per girare tutti i giorni).
Vogliono "salvaguardare i collezionisti" risparmiando loro "l'onerosa iscrizione" ad un Club Privato, e contemporaneamente chiudere la porta a coloro che vorrebbero qualche beneficio fiscale ed assicurativo per circolare con "auto troppo vecchie, prive di valore storico e usate ogni giorno nel traffico" ...
una visione veramente elitaria, affaristica, mercantile , quasi agli antipodi di A.S.I...., che a questo punto si pone come il vero ed autentico organismo difensore dell'automobilismo storico, da depurarsi dalle innumerevoli storture ancor oggi presenti.
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A mio parere : qualsiasi auto ultratrentennale, al di là di qualunque lista, sarebbe meritevole di benefici fiscali ed assicurativi, a patto che si trovi in uno stato di conservazione buono-ottimo ( o ripristinata ) secondo criteri oggettivamente verificabili, e ricontrollabili a distanza da stabilirsi, da A.C.I. A.S.I. od altri a piacere.
Una specie di C.R.S. insomma, un filo più restrittivo, ma aperto veramente a qualunque modello, senza le discriminazioni che A.C.I. vorrebbe introdurre, ed A.S.I. non si perita colpevolmente di accertare, delegando a club periferici il più delle volte interessati a far cassa e non a tutelare l'autentico appassionato.
Un gradino più sopra, ci potrebbe stare la valutazione -solo a scopo documentario- dei modelli meritevoli di riconoscimento , per rarità,per conservazione, per trascorsi sportivi per accuratezza particolare nell'eventuale restauro ( la attuale "TargaOro" riveduta ).
Per quanto riguarda il problema della circolazione "permessa" ad alcune auto dotate di certificato, negata ad altre identiche che tale certificato non hanno, e la difformità di queste norme sul territorio del Paese, di questo non si può certo imputare l'ente certificatore dello stato di un automezzo.
La mancanza di una normativa comune ed univoca, deve essere imputata alla inefficienza della macchina burocratica, ed alle "autonomie" concesse in materia a Comuni, Province, Regioni,non certo ad A.S.I.