Nella rubrica "La lettera del mese" a pag.21 del numero di marzo di "Ruoteclassiche", c'è una interessante comunicazione da parte del proprietario delle due auto oggetto del servizio del numero di gennaio, delle quali si è parlato poco sopra.
Il proprietario delle vetture Claudio Zara, come sappiamo, è (era ?) presente in questo Forum ed in questa discussione con il nickname Czara.
Nella presentazione della lettera di chiarimento, che la rivista pubblica a seguito di "alcune mail giunte in redazione" con la richiesta di precisazioni in merito alla distinzione tra vetture originali e cosiddette "trasformate", egli viene presentato come "esperto conoscitore della Casa dello Scorpione".
Vediamo cosa ci può interessare di quanto scritto nella lettera di precisazione.
1) La cassetta di trasformazione "Abarth" per la Fiat 500 portava con sè un "certficato" con numero progressivo che veniva "allegato" al libretto.
2) La politica aziendale dell'Abarth era quella di fare in modo che le "cassette" venissero installate su auto nuove, preferibilmente dai concessionari "ufficiali".
3) Vengono citati due servizi delle riviste "Auto Italiana" (17/12/1964) ed "Il Pilota" (n°4 1/1971), per dimostrare che "Abarth" spingeva la "trasformazione" delle auto con le cassette prodotte.
Poichè il servizio di "Auto Italiana" è stato di recente ristampato da "Ruoteclassiche" nel vol.1 della collana " Gli anni d'oro di Auto Italiana" ed è di più facile reperibilità e lettura, penso sia interessante allora qui proporre il servizio de "il Pilota" citato a supporto della "politica aziendale" di Abarth riferita da Claudio Zara
il-pilota47-04001.jpg
il-pilota71-04038.jpg
il-pilota71-04039.jpg
il-pilota71-04040.jpg
il-pilota71-04041.jpg
il-pilota71-04042.jpg
ingrandimento per la lettura di ciò che ci interessa maggiormente
il-pilota71-1.jpg
il-pilota71-2.jpg
da questo articolo si comprende abbastanza bene come già all'epoca la distinzione tra vetture "di produzione" ufficiale e vetture "di assemblaggio" per soddidfare la pressante richiesta del mercato, fosse chiara; anche il fatto che il "kit" fosse acquistabile "a pezzi" era -ed è- dimostrazione chiara di quanto grande fosse -ed è- la distanza tra auto "torinesi" a tutti gli effetti ed auto "fatte altrove".
Come vediamo, nulla di nuovo, per chi si interessa un minimo dell'argomento; e nessuna nuova collocazione quindi -nel mercato, per esempio- delle vetture "trasformate" Abarth rispetto alle "prodotte" all'Abarth...
Allora :
chiunque si avvicini al mondo dei queste affascinanti vetturette elaborate sappia BENE di cosa si sta patlando, e delle innegabili differenze che ci stanno tra
1) Fiat Abarth prodotte a Torino
2) Fiat Abarth allestite altrove
3) Fiat che di Abarth non hanno che qualche pezzettino, magari fatto al giorno d'oggi...
poichè nella lettera di "chiarimento" dalla quale siamo partiti, non vengono illustrati i documenti delle vetture ( al fine di evitare "rischi di clonazione o di repliche" ) non siamo purtroppo in grado di pensare alcunchè e ci asteniamo da qualsiasi considerazione in merito; la lettera di chiarimento, in effetti non ha chiarito che gli aspetti che già conoscevamo.
...shooting stars never stop even when they reach the top...