La Fiat Topolino
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La Fiat Topolino
La 500 "Topolino"
Preoccupato per il difficile incarico, cui avrebbe volentieri rinunciato, Agnelli rimise la questione ai progettisti dell'ufficio tecnico della Fiat che si divisero in due opposte correnti di pensiero. La prima riteneva possibile raggiungere lo scopo con tecnologie e schemi già utilizzati dalla Fiat, risparmiando all'osso su dotazioni e materiali. La seconda, valutando che l'azienda torinese non fosse in grado di fornire un prodotto adeguato in tempi brevi, proponeva di affidare il progetto a Oreste Lardone, un estroso tecnico dell'Itala che aveva già realizzato un prototipo di piccola vettura economica.
All'inizio la scelta della direzione aziendale Fiat fu di procedere con entrambe le ipotesi di lavoro: viene ordinato all'ufficio tecnico di procedere alla progettazione del modello con standard aziendali e, contemporaneamente, si assume Oreste Lardone, al quale viene assegnato il difficile incarico affidandogli un piccolo gruppo di tecnici ed operai.
A Lardone non pare vero di poter disporre delle potenzialità FIAT per attuare le proprie idee che, del resto, sono semplici e chiare: la nuova automobile dovrà disporre di quattro posti e sarà mossa da un motore bicilindrico di 500 cc raffreddato ad aria e dotato di trazione anteriore. È l'estate del 1931 quando il prototipo della "500 - tutto avanti" è pronto per la sua prima uscita con a bordo il collaudatore, il progettista ed il senatore Agnelli, impaziente di verificare il prodotto e telegrafare la buona notizia a Mussolini. L'antesignana del "Cinquino" esce dal Lingotto per la prima prova su strada. Malauguratamente sembra che per un problema di perdita di carburante e conseguente principio di incendio, il primo test si sia rivelato fallimentare causando anche il licenziamento del progettista.
La progettazione della piccola vettura proseguì senza eventi di rilievo fino al 1934, quando si risolse di affidarla a Dante Giacosa, un progettista interno all'azienda. Giacosa prende le redini del progetto e dopo qualche mese di febbrili disegni e calcoli ne esce una copia in dimensioni ridotte della "Balilla".
Il 15 giugno 1936 viene messa in vendita la FIAT 500 A, poi soprannominata "Topolino". Una vetturetta modesta per tecnica e prestazioni, il cui prezzo era di 8.900 lire: venti volte lo stipendio medio di un operaio specializzato e ben oltre le preventivate 5.000 lire.
Tuttavia, la "Topolino" riuscirà ad ottenere un discreto successo, anche grazie alla "fame" di automobili degli Italiani. Infatti, nell'Italia del 1936 circolano solamente 222.000 automezzi per oltre 42 milioni di abitanti. Circa un veicolo ogni 200 persone. Un rapporto dieci volte inferiore a quello della Francia e quaranta volte inferiore a quello degli Stati Uniti nello stesso anno.
La produzione della "500-Topolino" continuò anche nel dopoguerra. Certo, se negli anni '30 il progetto "Topolino" era scarsamente innovativo, negli anni '50 era sicuramente superato. La diminuzione delle vendite ed il basso numero di vetture esportate, contribuì a far comprendere alla dirigenza aziendale la necessità di costruire una vettura più moderna ed economica.
In realtà la Topolino sarà sostituita, nel'55, dalla 600, la macchina che davvero può dirsi abbia contribuito in maniera determinante alla motorizzazione di massa in Italia.
In quegli anni la FIAT era governata da Vittorio Valletta, cui era affidato il compito di motorizzare la nuova Italia repubblicana. L'azienda era stata pesantemente colpita dai bombardamenti alleati.
Nel 1945, alla morte del senatore Agnelli, il progettista Prof. Antonio Fessia aveva creduto di poter imprimere alla FIAT una svolta di nuova tecnologia, proponendo una vettura con schema "tutto avanti", ma non sorretto dalle decisioni dei vertici aziendali approda alla Lancia dove, finalmente, può dare corpo alle sue idee e progettare quei capolavori di tecnica che portano il nome di "Flavia" e "Fulvia".
Il "Professore", come veniva chiamato Antonio Fessia, creò un patrimonio sperimentale enorme che in pochi anni portò alla Lancia un primato tecnologico ed un prestigio internazionale che, nella storia dell'automobile moderna, solamente Alfa Romeo e Citroën sono riuscite a conquistare. Dopo la morte di Fessia (1967), la Lancia verrà ceduta alla Fiat insieme a quel capitale tecnologico che permetterà alla casa torinese di produrre modelli competitivi con la produzione europea.
Preoccupato per il difficile incarico, cui avrebbe volentieri rinunciato, Agnelli rimise la questione ai progettisti dell'ufficio tecnico della Fiat che si divisero in due opposte correnti di pensiero. La prima riteneva possibile raggiungere lo scopo con tecnologie e schemi già utilizzati dalla Fiat, risparmiando all'osso su dotazioni e materiali. La seconda, valutando che l'azienda torinese non fosse in grado di fornire un prodotto adeguato in tempi brevi, proponeva di affidare il progetto a Oreste Lardone, un estroso tecnico dell'Itala che aveva già realizzato un prototipo di piccola vettura economica.
All'inizio la scelta della direzione aziendale Fiat fu di procedere con entrambe le ipotesi di lavoro: viene ordinato all'ufficio tecnico di procedere alla progettazione del modello con standard aziendali e, contemporaneamente, si assume Oreste Lardone, al quale viene assegnato il difficile incarico affidandogli un piccolo gruppo di tecnici ed operai.
A Lardone non pare vero di poter disporre delle potenzialità FIAT per attuare le proprie idee che, del resto, sono semplici e chiare: la nuova automobile dovrà disporre di quattro posti e sarà mossa da un motore bicilindrico di 500 cc raffreddato ad aria e dotato di trazione anteriore. È l'estate del 1931 quando il prototipo della "500 - tutto avanti" è pronto per la sua prima uscita con a bordo il collaudatore, il progettista ed il senatore Agnelli, impaziente di verificare il prodotto e telegrafare la buona notizia a Mussolini. L'antesignana del "Cinquino" esce dal Lingotto per la prima prova su strada. Malauguratamente sembra che per un problema di perdita di carburante e conseguente principio di incendio, il primo test si sia rivelato fallimentare causando anche il licenziamento del progettista.
La progettazione della piccola vettura proseguì senza eventi di rilievo fino al 1934, quando si risolse di affidarla a Dante Giacosa, un progettista interno all'azienda. Giacosa prende le redini del progetto e dopo qualche mese di febbrili disegni e calcoli ne esce una copia in dimensioni ridotte della "Balilla".
Il 15 giugno 1936 viene messa in vendita la FIAT 500 A, poi soprannominata "Topolino". Una vetturetta modesta per tecnica e prestazioni, il cui prezzo era di 8.900 lire: venti volte lo stipendio medio di un operaio specializzato e ben oltre le preventivate 5.000 lire.
Tuttavia, la "Topolino" riuscirà ad ottenere un discreto successo, anche grazie alla "fame" di automobili degli Italiani. Infatti, nell'Italia del 1936 circolano solamente 222.000 automezzi per oltre 42 milioni di abitanti. Circa un veicolo ogni 200 persone. Un rapporto dieci volte inferiore a quello della Francia e quaranta volte inferiore a quello degli Stati Uniti nello stesso anno.
La produzione della "500-Topolino" continuò anche nel dopoguerra. Certo, se negli anni '30 il progetto "Topolino" era scarsamente innovativo, negli anni '50 era sicuramente superato. La diminuzione delle vendite ed il basso numero di vetture esportate, contribuì a far comprendere alla dirigenza aziendale la necessità di costruire una vettura più moderna ed economica.
In realtà la Topolino sarà sostituita, nel'55, dalla 600, la macchina che davvero può dirsi abbia contribuito in maniera determinante alla motorizzazione di massa in Italia.
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Nel 1945, alla morte del senatore Agnelli, il progettista Prof. Antonio Fessia aveva creduto di poter imprimere alla FIAT una svolta di nuova tecnologia, proponendo una vettura con schema "tutto avanti", ma non sorretto dalle decisioni dei vertici aziendali approda alla Lancia dove, finalmente, può dare corpo alle sue idee e progettare quei capolavori di tecnica che portano il nome di "Flavia" e "Fulvia".
Il "Professore", come veniva chiamato Antonio Fessia, creò un patrimonio sperimentale enorme che in pochi anni portò alla Lancia un primato tecnologico ed un prestigio internazionale che, nella storia dell'automobile moderna, solamente Alfa Romeo e Citroën sono riuscite a conquistare. Dopo la morte di Fessia (1967), la Lancia verrà ceduta alla Fiat insieme a quel capitale tecnologico che permetterà alla casa torinese di produrre modelli competitivi con la produzione europea.
Nessun è perfetto. Ma chi vuol essere nessuno ?
- Macorattivi
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Una sessantina d'anni fa ce l'avevo anch'io , in versione con musone speciale, notare le due ruote di scorta...non si sa mai....!
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- Luc8
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Che dite della mia??,
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Oggi girovagando x il mio paese mi sono imbattuto in questo magnifico esemplare di Topolino.... è un modello del '46 su base C con carrozzeria in alluminio versione corsaiola... dovrebbero esserne stati costruiti una decina di esemplari!!! però non so che nome può avere questo allestimento... so che è di origine romagnola!!! qualcuno sa aiutarmi???
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- Andrea.mei
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Allora un altro mio amico molto appassionato di vetture d'epoca, con la libreria piena di quattroruote dal 1 numero fino ad ora mi ha detto che quella topolino venne trasformata da una carrozzeria piccola del veneto. Poi presero qualche accessorio della siata e di altre carrozzerie, x abbellirle. Non sono stati fatti molti esemplari, e non ha un grande valore commerciale, visto che non esistono ricambi. portava il nome della carrozzeria che non ricorda.
Non si impara a guidare un'auto se prima non s'impara a guidare una 500...
- Gallodoc
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visto che l'amico di andrea mei parla di una carrozzeria veneta, forse la vettura in questione è uscita dall''azienda vimar, di romano d'ezzelino (vi), se andate sul link e cliccate sulla fotografia, trovate vari modelli di Topolino che questa azienda ha trasformato.
http://www.virtualcar.it/?p=116
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A pensar male.... s'indovina sempre.