Buongiorno a tutti.
Scusate se non vi scrivo in ritardo, ma in questi giorni mi sono dedicato al lavoro e non ho potuto riferirvi prima.
Con l'aiuto dl mio amico Gennaro(il fabbro) ho costruito l'attrezzo di cui abbiamo parlato, e vorrei condividere qui alcune considerazioni.
La prima e la più importante riguarda la SICUREZZA. Molti di noi, me compreso, non sono meccanici professionisti, e dedicano il tempo libero per eseguire lavori più o meno complessi alla nostra macchinina. Spesso lavoriamo, sempre me compreso, con attrezzature di fortuna ed in condizioni che non sono quelle di un'autofficina attrezzata. Questo aumenta il rischio di incidenti. Usare solo il nostro buonsenso a volte non basta, ma suggerisco sempre di immaginare in anticipo le situazioni che possono anche lontanamente esporci a pericolo. in poche parole: PREVENZIONE.
Come vedremo più avanti in questo post, non stiamo trattando di come si cambia una lampadina sulla nostra 500, ma stiamo parlando di lavorare sotto la macchina con una molla a balestra mantenuta in carica da un attrezzo autocostruito. La cosa può essere MOLTO PERICOLOSA. Se qualcosa andasse storto e la molla a balestra scattasse all'improvviso, per qualsiasi motivo, rischiamo di tornare a casa con qualche dita in meno.. o peggio
.
Per cui quello che descrivo con i miei posts in questa discussione è semplicemente la descrizione di una mia esperienza. Qualsiasi uso delle informazioni da me riportate è fatto ad esclusivo rischio di colui che le mette in pratica. Non mi ritengo quindi responsabile di eventuali danni a persone o cose derivanti da qualsiasi attiività correlata a queste informazioni. Scusate il preambolo un pò lunghetto, ma necessario.
Martedì, mi sono quindi fatto trovare all'officina di Gennaro con il mio disegno e la mia bella baletra. Un paio d'ore di lavoro e me ne torno casa con l'attrezzo in mano (quello costruito da me e Gennaro naturalmente....
).
Il costo, abbastanza contentuto. Diciamo che mi sarebbe costato di più sdebitarmi al bar con quattro belle persone a addette a fare da precarico.
L'attrezzo è costituito da una traversa inferiore e da un tirante superiore. La traversa inferiore è lunga 860mm ed è ricavata da un profilato di ferro 60x40 da 3mm di spessore, i supporti laterali da lastrine di ferro da 8mm su cui sono stati praticati dei fori da 13mm per fare passare delle viti filettate da 12mm. Una sezione sezione di tubo di rame inserita sulla vite filettata facilita lo scivolamento della parte esterna della balestra durante il precarico.
Non me ne voglia DBoniot, ma ho preferito seguire le mie misure, per due motivi. Mantenere la balestra sollevata dalla traversa inferiore mi permette di compensare lo spazio richiesto dal dado saldato al termine della barra filettata e dalla vite passante del tampone in gomma superiore della balestra, massimizzando così la deformazione della stessa.
La traversa inferiore così costruita calza perfettamente sulla balestra, sia carica che scarica, e lavora correttamente durante la compressione.
Un pò meno bene ha lavorato il tirante superiore, costruito con una sezione di profilato 60x80 da 3mm di spessore a cui sono stati saldate quatro lastrine da 8mm forate per fare passare due viti filettate da 10mm, e rimossa la faccia superiore del profilato. Durante la compressione il tirante esercita ovviamente tutta la sua forza vicino alla parte centrale della balestra portando ad un deformazione maggiore di questa. Arrivando al massimo dell'azione di compressione, e facendo cioè combaciare tirante e traversa inferiore arrivo ad avere il limite inferiore della balestra nella zona centrale (in corrispondenza del tampone di gomma) più basso dell'occhio della balestra, ottenendo però (e per fortuna) i fatidici 28mm di distanza misurati come da manuale. Purtroppo, preso dalla foga del momento non ho preso le fotografie della molla al massimo del precarico che ho ottenuto, ma posso assicurare che vedere la molla così tirata è abbastanza imbarazzante.
Aiutandomi con il cric sono riuscito a posizionare attrezzo e balestra precaricata al suo posto ed ad eseguire tutte le operazioni per la configurazione dell'assetto, come da manuale.
Un'altro problema del tirante così costruito, sta nel fatto che al momento di rilasciare la balestra la parte superiore delle lastrine saldate al tirante arrivano a toccare la scocca. Giocando di cric sono riuscito comunque a liberare l'attrezzo.
In futuro ovvierò al problema ricostruendo il tirante in modo da farlo favorare più verso la parte laterale della balestra, come da disegno, ottenendo una azione di compressione meglio distribuita, e maggiore spazio per rilasciare le viti filettate al momento di rilasciare l'attrezzo, grazie alla naturale curvatura della balestra. Un tirante così costruito si avvicina molto di più al modo di lavorare dell'attrezzo descritto nel manuale.
Diciamo che per ora sono contento così. L'assetto mi sembra molto migliorato (ad auto scarica misuro un'altezza da terra di 215mm che mi sembrano compatibili con le misure riportate all'inizio di questa discussione).
Vi allego qualche foto. Considerate che successivamente ho smussato gli angoli dei supporti laterali dell'attrezzo che sembrano toccare i perni fusi e rimesso al loro posto morsetti dell'asta filettata dei braccetti dello sterzo.
Scusate se mi sono dilungato nella descrizione ma spero di avere dato un'idea di come ho affrontato il problema.
Ricordandovi sempre la mia nota all'inizio del post riguardo all'uso del mio contributo, rimango a disposizione per chi volesse approfondire la discussione.
Grazie e salute a tutti.