Ferrari riteneva che i meriti o le colpe, a seconda della visione, si debbano dividere al 50% tra pilota e vettura, purtroppo oggi sappiamo che non è così e non mi dilungo a declinare esempi di recente attualità che sviliscono la figura del pilota a favore di tecnologie frutto talvolta anche di trovate estemporanee (vedi F 1).
Quello che voglio invece evidenziare è proprio l'aspetto economico che condiziona ogni qualsivoglia velleità di un pilota automobilistico.
Cito il caso di un autentico fenomeno del motociclismo, il grande Valentino, figlio di un buon pilota (non eccelso) evidentemente erede dei cromosomi nobili di suo padre.
Ebbene, quando suo padre cercò di avviarlo agli sport motoristici, come attività propedeutica scelse le mini-moto, verificato che la stoffa c'era decise di iniziarlo al karting.
Se avete letto la storia di Valentino scoprirete che lo stesso racconta che per iniziare il karting a livello "serio" (semiprofessionistico), come intendeva fargli fare il padre, la famiglia s'indebitò per 100 milioni di lire (di 15 anni fa, circa)...domanda:
Quanti genitori potevano permettersi un impegno di questo tipo e....se non l'avesse fatto papà Graziano avremmo avuto il campione che tutti conosciamo?
Concludo dicendo che mi fa ridere quando sento o leggo sui vari curriculum vitae di piloti affermati che sono nati facendo il meccanico, tutte balle, senza soldi restava, forse, un bravo meccanico e null'altro.
